AMMAINABANDIERA AL CONFINE DI WAGAH - PAKISTAN/INDIA
Dal fotoracconto di un viaggio in Pakistan del 2022:
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Nel tardo pomeriggio assisto a un evento che inseguo da tempo, la surreale cerimonia di ammainabandiera che si svolge ogni sera, poco prima del tramonto, a Wagah, al confine tra India e Pakistan, due paesi perennemente in guerra, a volte apertamente dichiarata, altre volte in modo più strisciante, da quando nel 1947 nacquero come stati indipendenti dalla ripartizione dell’Impero Britannico Indiano. Wagah si trova sulla Gran Trunk Road, l’antichissima strada che da due millenni unisce le aree orientali a quelle occidentali del vasto subcontinente indiano. È stata per decenni l’unica via ufficialmente aperta tra i due paesi, fino a quando nel 1999 non ne è stata aperta un’altra in Kashmir, il territorio conteso tra le due nazioni che è da sempre il motivo principale delle loro dispute armate. Ogni sera l’ammainabandiera è preceduto da una specie di show messo in scena dai soldati delle due opposte fazioni: i Rangers del Pakistan e le Forze di Sicurezza di Confine dell’India. I soldati, dotati di vistosi copricapi che ne enfatizzano le movenze, si sfidano con gesti che trasudano tracotanza e spavalderia, con passi estremamente pronunciati, veloci scatti della testa e mostrando i muscoli al nemico. Alla scena assiste ogni volta una platea di diverse centinaia di spettatori (incitati da capi claque) e turisti, che assistono con la stessa partecipazione che ci si aspetterebbe per una partita della propria Nazionale di calcio, facendo un tifo sfegatato e reagendo ai gesti più provocatori. In teoria il tutto dovrebbe rappresentare l’amicizia e lo spirito di collaborazione fra i due paesi – la cerimonia si conclude con una brusca stretta di mano fra due soldati delle diverse forze e con le bandiere ammainate perfettamente all’unisono – ma nel tempo è aumentata la componente di sfida che inequivocabilmente anima questa strana cerimonia. In passato l'esibito senso di provocazione insito in questa cerimonia è stato ufficialmente criticato dal generale dei Pakistan Rangers che auspicava una riduzione della teatralità delle movenze. Ciò nonostante, il 2 novembre 2014, un teenager si è fatto esplodere sul lato pakistano mentre indossava 5 kg di esplosivo, causando la morte di 60 persone e il ferimento di oltre 100. A “giocare alla guerra” poi finisce che qualcuno non capisce che non è un gioco. L'evento a cui assisto io è per fortuna molto tranquillo, la gente (anche se direi un po' più numerosa sul lato indiano) sorride e sventola bandierine, forse anche per trovare un minimo di refrigerio ai circa 38° di un afosissimo lunedì estivo, mentre intona all'unisono "Allah akhbar"!, una frase che non mi sarei mai aspettato di sentire in un'atmosfera da festa di paese.​​
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