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I/II - SONNI DISTURBATI
Cerco il biglietto ferroviario per Milano Centrale sul sito di Trenitalia che subdolamente sembra proporre solo il costoso FrecciaRossa da 46 € di sola andata. Bisogna cliccare sul pulsante "tutte le soluzioni" per scoprire che con un Intercity il prezzo è quasi la metà: 27 €. È sabato, impiegare un'ora in più non mi è particolarmente scomodo e scelgo di risparmiare. Invece che pagare il biglietto on-line, per una naturale ritrosia verso i pagamenti via web, passo dalla biglietteria della stazione e il bigliettaio mi chiede: "Lo vuole lo sconto del 30% sul tratto Bologna-Milano?", fintamente dubbioso di sfondare una porta aperta. "Certo!" e alla fine pago 21 €. Misteri della semplificazione internettiana.
Dalla stazione di Milano Centrale prendo il bus navetta per Milano Malpensa e faccio check in perfettamente in orario presso i banchi della LOT. Lo stop over nella capitale polacca è di appena 1 ora e 5 minuti ma, forse anche complice un piccolo ritardo nella partenza del secondo volo durante il quale ho potuto dormire ben poco a causa di alcuni rumorosi polacchi, all'arrivo a Hanoi il bagaglio si presenta puntuale sul nastro. Arrivo verso le 15:00. Mi accoglie uno tarchiato, col ciuffo disordinato, che ha il mio nome scritto sul cartello: mi mette su un taxi e non lo vedo più. Vengo recapitato negli uffici del t.o., di fatto una stanza sopra ad una specie di baretto, dove incontro il proprietario dell'agenzia, un giovane vietnamita originario di Sapa e dal buon inglese, col quale avevo definito i dettagli dell'itinerario. Disponibilissimo, mi ha procurato la mappa che avevo chiesto, o per meglio dire uno stradario che suddivide il paese in 61 cartine. Gli altri libri che avevo richiesto, sulle minoranze etniche non erano disponibili, ma li ha ordinati: dovrebbero arrivare a giorni e me li farà avere lungo il percorso. Inoltre manda una sua impiegata a cambiare gli euro, ad una tariffa più vantaggiosa di quella ufficiale (28.900 dong contro i 28.600 ufficiali). Poi, con una mossa che apprezzo, mi dice anche che il pagamento della sua parte (moto+pilota) posso farlo a viaggio ultimato quando ritornerò ad Hanoi.
In attesa di prendere il treno notturno per Lao Cai, ho qualche ora di tempo e quindi prendo la direzione del Quartiere Vecchio, vero fulcro cittadino, ma quando mi ritrovo a dover attraversare una specie di tangenziale nella quale scorre un fiume di motorini, considerato che alle 21:50 ho il treno, decido di non complicarmi l'esistenza: ciondolo un po' nel quartiere dove mi trovo e poi torno all'ufficio a sfruttare la connessione internet dell'agenzia. Un altro impiegato (ma quanti sono? l'impressione è che in realtà siano tutti amici/conoscenti che si prestano saltuariamente) mi porta alla stazione dei treni dove la porta per l'accesso alle banchine viene tenuta chiusa fino a quando il treno non è arrivato. Poi viena aperta e tutti si riversano verso i treni, mescolandosi con la folla di quelli che scendono e che escono alla spicciolata, nessuno passando per la stazione anche perché in realtà è tutto decisamente "aperto" e allora non mi spiego la porta chiusa di poco fa. Individuo la mia carrozza, quella della categoria più lussuosa con scompartimenti da 4 cuccette "morbide", e i miei compagni di viaggio sono 3 signore vietnamite tra i 50/60 anni, ovviamente nessuna in grado di esprimersi nella lingua di Albione. Il treno parte e comincia pian piano a prendere velocità mentre passa, senza nessuna protezione, vicinissimo alle case: dalle finestre e porte aperte scorgo gente intenta a cenare, a giocare a carte, perfino un internet cafè i cui clienti, più che navigare sul web, giocano a videogame. Qualche chiacchiera con un vicino di scompartimento, un vietnamita che lavora coi turisti e che sta andando a Sapa con dei suoi amici, e poi vado nella mia cuccetta, in alto, ad iniziare un altro sonno interrotto e ripreso più volte, più a causa dei rumori e delle luci delle stazioni che dal jet leg.